“Finalmente nel contrasto alle aggressioni contro i medici e gli operatori sanitari si vede un po’ di luce. Ma al di là del percorso legislativo è indispensabile uscire senza se e senza ma da un equivoco sempre in agguato. In una struttura deputata alla cura, nessuna condizione personale e nessuna circostanza della vita possono giustificare un atto che provoca lesioni o infortuni di qualsiasi tipo ad altri. Medici, infermieri e gli altri operatori lavorano per la collettività e sono a pieno titolo un’istituzione”.
Così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia accoglie la dichiarazione del ministro della Salute Speranza che si dice pronto a ricorrere ai poteri conferitigli dalla legge nei casi di urgenza qualora in Parlamento vi fossero dei rallentamenti nell’approvazione della norma riguardante le violenze perpetrate contro i professionisti della sanità in servizio.
“Non siamo disponibili ad accettare che le discussioni si dilunghino a cercare cavilli per attenuanti, scusando magari lo stato di alterazione per droga o alcol, l’irrequietezza per aver trascorso un’infanzia difficile o altre cose del genere – prosegue il Governatore -. Ci vuole una legge speciale che tuteli appieno i nostri operatori. Le pene devono essere severissime perché chiunque dimostra un atteggiamento violento contro i sanitari compie un atto gravissimo”.
“Senza provvedimenti fermi e certi – conclude Zaia – purtroppo, rischiamo di fare della maleducazione aggressiva un fatto culturale dal quale non ne usciremo. Le aggressioni di questo tipo sono un fatto, ormai, quasi quotidiano nelle nostre strutture; dobbiamo impedirle anche contrastandole con pene severissime, se è necessario, affinché ognuno prima di aprire la bocca o fare qualsiasi altro gesto sappia che gli operatori vanno trattati con educazione”.