A pochi giorni dalla chiusura del nuovo filone dell’inchiesta sulla maxi truffa con al centro la vendita di diamanti a prezzi gonfiati ai danni di decine di migliaia di risparmiatori in tutta Italia, compresi diversi volti noti da Vasco Rossi a Federica Panicucci, arriva una buona notizia per chi attende il rimborso o il risarcimento del danno subito.
La curatrice del fallimento di una delle due società coinvolte, Idb (Intermarket Diamond Business) Spa di Milano, l’avvocato Maria Grazia Giampieretti, ha infatti comunicato la possibilità, previa insinuazione al passivo fallimentare, di recuperare il 15 per cento del valore delle pietre, inizialmente sequestrate e successivamente dissequestrate dalla Procura milanese nell’ambito delle indagini per truffa. Ecco perché Federconsumatori Verona, dopo almeno 150 richieste d’aiuto da parte di investitori veronesi raggirati, organizza per domani, venerdì 16 ottobre, e venerdì 23 ottobre due incontri per fornire tutti i chiarimenti sulla consegna delle pietre e sulle procedure da seguire per l’insinuazione al passivo fallimentare.
Gli incontri si svolgeranno, in osservanza delle norme anti Covid, nella Sala Santi della Cgil di Verona in Via Settembrini 6, per entrambe le giornate sia alle 15.30 che alle 17. Le persone interessate a partecipare dovranno prenotarsi telefonando al numero 045.8674611 o scrivendo all’indirizzo federcons.verona@gmail.com.
LA MAXITRUFFA. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, Intermarket Diamond Business Spa, dichiarata fallita nel gennaio 2019, e Diamond Private Investment Spa vendevano tramite il canale bancario diamanti da investimento ad un prezzo nettamente superiore (mediamente del 30-50 per cento) al valore di mercato, promettendo agli investitori rendimenti irrealistici ed applicando loro esorbitanti provvigioni sulla base di inserzioni pubblicitarie spacciate per quotazioni e pubblicate nelle pagine dei listini di Borsa su primari quotidiani economici. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha quindi aperto un’istruttoria, culminata con l’emanazione di provvedimenti sanzionatori nei confronti delle due società venditrici di diamanti e dei quattro istituti di credito coinvolti (Banco Bpm-Banca Aletti&C, Unicredit, Banca Intesa e Monte dei Paschi di Siena) per pratiche commerciali ingannevoli e scorrette. A seguito dell’inchiesta Crazy Diamond condotta dalla Guardia di Finanza, avviata nel 2017, sono state oltre 20mila le richieste di risarcimento pervenute finora da parte dei risparmiatori.
«Mentre Unicredit e Banca Intesa, per esempio, hanno già provveduto a rimborsare del 100 per cento gli investitori, chi aveva acquistato le pietre preziose con Banco Bpm si è visto finora restituire solo il 40-60 per cento», spiega Alberto Mastini, presidente di Federconsumatori Verona. «Per questi ultimi ora è possibile intervenire per recuperare un ulteriore 15 per cento. Nelle due assemblee in programma spiegheremo appunto come».
Nel settembre scorso, la Procura di Milano ha chiuso intanto il nuovo filone dell’inchiesta sulla maxi truffa, che ha portato a circa mezzo milione di profitti illeciti, in vista della richiesta di rinvio a giudizio di 72 persone.