EDITORIALE: “Verona, rivedrem le stelle?”

Due sentimenti contrastanti possono animare il tifoso veronese dopo la partita dei mastini di Juric contro il Genoa; da un lato la rassicurante presenza di quelle trame tattiche e di quell’intensità che lungo tutta la scorsa stagione avevano incantato critica e osservatori, segno di un lavoro continuato in maniera intensa e proficua. Dall’altro la sensazione che le giovani pianticelle dell’orto veronese paghino il fisiologico gap esperienziale di una Serie A da dover giocare nel ruolo di protagonisti.

La difesa, pur leggera, può sorridere per le già impressionanti prestazioni di un Lovato che, non ce ne vogliano gli scaramantici, sembra sempre più poter raccogliere e addirittura migliorare l’eredità di Kumbulla, con pure un Ceccherini che sembra aver giovato del calo di responsabilità conseguente al suo trasferimento da Firenze.

I problemi aumentano semmai quando ci si imbatte nella giovane età di un Ilic non confortato dal rassicurante lavoro di tessitura di Veloso, assenza di peso contro i Grifoni. Aumentano quando alla pur ottima partita di Colley si abbina la naturale riflessione sulla sua fisiologica assenza di cattiveria sotto porta, pensiero ampliabile oltretutto a Favilli.

Se per Kalinic e Lazovic andranno aspettate, inoltre, tempistiche di inserimento e ripresa di una condizione ottimale, appare già irrinunciabile l’apporto di Barak, assieme alla curiosità di vedere al più presto Benassi superare le proprie difficoltà fisiche ed entrare in gioco.

In geneale la sensazione è quella di una squadra leggera, pagante lo scotto di un calciomercato radicale che in entrata non ha probabilmente consegnato dei valori capaci di pareggiare, almeno nell’immediato, le uscite.

Impossibile non chiedersi, tra le tante operazioni svolte, se il ritorno non di un Pessina, ma almeno di un buon Verre, non potesse già garantire un quid di esperienza e di adattamento di un certo peso, in un ruolo oltretutto fondamentale come quello della mezzapunta nel 3421.

Servirà sicuramente la pazienza e il lavoro di ago e filo di un mister tra i più capaci della Serie A per tornare a stupire, e magari a riveder le stelle e i galloni della sorpresa stagionale anche in questa difficile annata.

Alessandro Catto