Sono sentimenti contrastanti quelli che restano dopo il pareggio dell’Hellas nel posticipo della settima giornata di Serie A.
Il due a due dei ragazzi di Juric contro il quotato Milan di Pioli nasce dalla prova di una squadra che, giorno dopo giorno, continua ad assorbire felicemente i dettami tattici di un allenatore capace di indirizzare la propria squadra contro qualsiasi avversario senza farle perdere concentrazione, determinazione e dettami tattici del caso. Capita così, dopo l’ottimo pareggio allo Juventus Stadium, di affrontare un’altra big, quella rossonera, che pure dalla sua ha un surplus economico a favore, per valore della rosa, di più di 300 milioni.
Un dislivello che in certe fasi della gara, specie nei trenta finali per ammissione dello stesso tecnico croato, si vede, ma che non impedisce all’Hellas di mettere in mostra diversi gioielli di casa e di brillare di una luce un po’ più riflessa rispetto a quella del bel gioco, ma altrettanto importante, in queste occasioni forse anche di più: quella dello spirito di sacrificio.
Superlativo Silvestri, autore di veri e propri miracoli che tengono in vantaggio l’Hellas fino a pochi minuti dalla fine, ottimo Zaccagni in entrambe le fasi, esiziale Barak che sta sempre più diventando la mezzapunta di riferimento per una squadra ancora orfana di Benassi, ottimi anche Magnani e Lovato, pure se questi leggermente ingenuo sul rigore sbagliato da Ibrahimovic.
Una prova, quella dei mastini, che deve lasciare sensazioni positive e una impressione di grande carattere mostrata ormai da tempo e su diversi campi, più che l’amaro in bocca per non aver portato a casa tutti e tre i punti in palio.
Alessandro Catto