Azimut è uno dei principali gruppi italiani del settore del risparmio gestito. La capogruppo è quotata alla Borsa di Milano dal luglio 2004. La parte, a oggi, dei piccoli azionisti supera il 70% (il flottante). Il rimanente è in mano a un patto di sindacato tra gestori, consulenti e dipendenti (Timone Fiduciaria). Lavorano per la holding un centinaio di gestori e analisti e più di 2.000 consulenti finanziari. E’ circa il 35% il controvalore delle attività internazionali.
I bilanci
L’azienda, con ricavi 2019 a 1,05 miliardi (0,75 nel 2018) e un Reddito operativo in crescita a 445 milioni (da 193 dell’esercizio precedente), ha chiuso l’anno con un risultato netto di 370 milioni (da 122). Per il 2020 il CdA non segnala impatti sui bilanci nonostante l’attuale emergenza sanitaria. In base ai dati del 30/09/20 si registrano su settembre 2019 ricavi in crescita di 4 milioni (a 728). Reddito operativo e utile netto in, rispettivamente, aumento del 4% e calo del 6% (291 e 230 milioni). L’obiettivo 2020 dei 300 milioni di utile, confermato anche a seguito dell’esplosione del Covid, dovrebbe venire raggiunto. Storicamente interessante il flusso dei dividendi distribuiti. E’ stato un euro a maggio, 1,2 lo scorso anno.
L’andamento delle quotazioni
Dopo un massimo toccato a febbraio a 24,20€, il titolo ha subito un repentino crollo a seguito dell’emergenza internazionale, arrivando a scivolare sotto 10,70 euro a metà marzo, analogamente a quanto successo ai già analizzati Leonardo, Autogrill, Terna, Iren e Cerved (https://www.ilgiornaledeiveronesi.it/pillole-di-borsa-da-piazza-affari-cerved-group-spa/). Ha, poi, sempre oscillato, salvo brevi eccezioni, tra i 14 e 17 euro (17,81 la chiusura del 27/11).
L’analisi
Premesso e sottolineato che lo scopo del presente documento è solo informativo, e non è finalizzato, in nessun modo, a raccomandare l’investimento, o il disinvestimento, in strumenti finanziari, è possibile che le quotazioni del titolo nelle prossime 4/5 settimane possano spingersi sino in area 15-14,6 (più difficili temporanee sortite attorno ai 14€). Nonostante la notevole ripresa dei corsi, permangono ancora incertezze (per il rischio di una terza ondata pandemica). Non sono da escludere nuove tensioni tra le cancellerie europee sul “Recovery Fund”. Da valutare, poi, anche i risultati delle prossime riunioni delle banche centrali. In caso di prosecuzione dell’attuale scenario, potrebbe essere ritestato il range 19-19,50 (orizzonte 4/5 settimane).
Matteo Peretti