Questa immagine del fotografo veronese Davide Galandini (www.davidegalandini.it – @davidegalandini) è stata scattata la mattina del 3 novembre 2018 lungo la provinciale 76 Asiago-Foza, due giorni dopo una fortissima tempesta di vento che in una sola notte si stima abbia sradicato 14 milioni di alberi tra Trentino, Veneto e Friuli. Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire sempre più violenti e ad ogni latitudine e per Galandini è imperativo documentarne la drammaticità.Pur non occupandosi di reportage, come fotografo ed artista, ritiene necessaria una decisa presa di posizione che mira a sensibilizzare il pubblico rispetto alla gravità della situazioni in cui versa la Terra, sperando così nel suo piccolo di contribuire alla creazione di una coscienza critica.
La sua attività si inserisce nel progetto ”Vinewood Project”. Si tratta di una sorta di laboratorio di ricerca sulla percezione del paesaggio che mira a ridurre il divario, esistente tra ciò che è reale e ciò che è mitologia distorta agli occhi del lettore. Uno strumento visivo che nasce come reazione necessaria alla catastrofe che caratterizza la geografia del quotidiano, ammiccante nella sua geometria, anche quando la Terra viene sfruttata e avvelenata. Il consumo del suolo, l’industria mineraria, l’agricoltura intensiva e monocratica; questa sorta di rumore bianco si diffonde senza sosta cambiando per sempre il nostro rapporto con la Natura e l’Ambiente, riferisce Galandini. Cambia quindi il modo di vedere il mondo attraverso una pratica quotidiana di ricerca e di intervento artistico.