Alle prime ore dell’alba, gli uomini della Digos scaligera hanno perquisito le abitazioni di alcuni individui ritenuti responsabili dei gravi disordini verificatisi lo scorso 28 ottobre in questa piazza Erbe.
In quell’occasione, un gruppo di circa 1500 manifestanti, senza alcun preavviso all’Autorità di Pubblica Sicurezza, si era radunato lungo Corso Porta Nuova, dando vita ad un corteo contro le restrizioni adottate dal governo per il contenimento della pandemia.
Nel corso dell’iniziativa – che si è protratta lungo C.so Porta Nuova, via Roma, C.so Portoni Borsari, piazza Erbe – venivano intonati slogan contro l’attuale Governo, accesi fumogeni e fatti esplodere diversi petardi e bombe carta.
Giunti in Piazza Erbe, i manifestanti tentavano di raggiungere Piazza dei Signori, spintonando insistentemente il cordone di Polizia, con il manifesto obiettivo di arrivare sotto la Prefettura; da questo momento la manifestazione, se pur non autorizzata ma svoltasi senza particolari criticità, è divenuta pretesto per una guerriglia urbana che ha lasciato dietro di sé feriti tra le forze dell’ordine e ingenti danni ad alcuni esercizi pubblici presenti in quella piazza.
Nonostante le Forze dell’ordine abbiano tentato più volte di far desistere i manifestanti, chi era attestato nelle prime file tentava con violenza di sfondare lo sbarramento, mentre dalle retrovie venivano lanciate sedie, tavoli, bottiglie di vetro, fumogeni, petardi, sassi e bombe carta.
Per fronteggiare questa violenza, protrattasi per quasi tre ore ininterrotte, i reparti inquadrati lanciavano diversi lacrimogeni per disperdere gli aggressori e ripristinare l’ordine pubblico.
Nel corso dei ripetuti atti di scontro e di devastazione, oltre a rimanere feriti sei operatori di Polizia – due dei quali con prognosi superiori ai 30 gg. – venivano danneggiati gli arredi dei plateatici di due esercizi pubblici presenti in piazza Erbe, nonché la vetrata della farmacia “Centrale”.
Tra le ore 24.00 e le ore 1.00 del 29 ottobre, al termine della guerriglia, la Digos scaligera portava in Questura 12 giovani, 2 dei quali denunciati a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e gli altri sottoposti a fotosegnalamento.
La successiva attività di indagine, coordinata dai Sost. Proc. Dott. Marco Zenatelli, della Procura di Verona, e Dott.ssa Giulia Dal Pos della Procura per i Minorenni di Venezia, ha portato, per il momento, all’individuazione di quindici persone, tutte responsabili – a vario titolo – di devastazione e saccheggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale aggravate, lesioni personali aggravate, lancio e utilizzo nel corso di manifestazioni pubbliche di artifizi pirotecnici e/o altri oggetti atti ad offendere e manifestazione non preavvisata.
Nella mattinata odierna, per acquisire ulteriori elementi utili per il proseguo delle indagini, venivano eseguite una serie di perquisizioni domiciliari sia in città che in provincia, all’esito delle quali venivano sequestrati diversi capi di abbigliamento indossati nel corso della manifestazione.
Tra i denunciati – tutti residenti in questa provincia e con età ricompresa tra i 15 ed i 43 anni – oltre a sei minorenni (due dei quali attualmente divenuti maggiorenni), anche 4 noti militanti nelle compagini dell’estrema destra scaligera, alcuni dei quali con precedenti penali per reati contro la persona e per reati “da stadio”.
Tra gli indagati, anche due giovani veronesi nati in Brasile e in Romania; i più giovani risultano completamente sconosciuti a questi uffici.
All’esito di questa prima parte di attività sono stati deferiti all’A.G. per la violazione dell’art. 18 TULPS anche un noto sostenitore dell’Hellas Verona, classe ‘62, con precedenti per lesioni personali, produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti, oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e divieto di accesso nei luoghi in cui si svolgono competizioni sportive, ed un titolare di un esercizio pubblico veronese, ritenuti responsabili entrambi di aver preso parte attiva alla manifestazione non autorizzata, assumendo atteggiamenti tipici e qualificanti un promotore.
A tutti gli indagati sono state altresì elevate sanzioni amministrative previste dalla normativa anti-Covid per un ammontare di circa 6000 euro.
Le indagini della Digos proseguiranno senza sosta per individuare ulteriori responsabili dei fatti qui oggi contestati.