“L’ordinanza del governatore Zaia che provvede a far slittare in avanti il “lockdown” per le scuole secondarie superiori fino al 31 gennaio è tardiva e ambigua: nei giorni scorsi è stato fatto un grande sforzo di coordinamento tra prefettura di Verona, ufficio scolastico regionale, provinciale e ATV per il piano di raccordo tra orario di inizio e termine attività didattiche e orario di servizio trasporto. Le incertezze sulla ripartenza delle scuole erano ampiamente prevedibili e andavano risolte per tempo introducendo misure aggiuntive che come Sindacato abbiamo ribadito al tavolo prefettizio del 4 gennaio delineando un “piano B” così articolato: un ulteriore sforzo per servire gli spostamenti degli studenti degli istituti tecnici professionali che provengono in buona misura dalla provincia e che con l’attuale modulazione degli orari rientrerebbero a casa a sera inoltrata; un sistema di condivisione delle emergenze che identifichi i focolai emergenti e la loro gravità; la verifica e l’eventuale aggiornamenti dei protocolli di sicurezza nei vari istituti; semplificazioni nella nomina dei supplenti”. Così Beatrice Pellegrini, segretaria provinciale Flc Cgil Scuola, che aggiunge: “Questo continuo procrastinare ci riporta agli errori commessi a settembre con incalcolabili danni educativi ad un territorio ed un Paese che vede ancora livelli altissimi di abbandono scolastico e di giovani che non studiano e non lavorano. La scuola va fatta in presenza e in piena sicurezza. Da qui non si scappa”.
Sul nuovo piano del potenziamento dei trasporti interviene Raffaello Fasoli segretario Filt Cgil Verona “L’ipotesi di ripartenza delle scuole al 7 gennaio poggiava su alcune ipotesi: ore di lezione da 50 minuti; orari l’ingresso e l’uscita variabili e scaglionati fra le 8.00 e le 9.30 e fra le 12.30 e le 16.30; rinforzo delle linee extraurbane con autobus Ncc privati per un totale di circa 70 mezzi; impiego di personale ausiliario esterno da agenzia per le operazioni di incarrozzamento visto che i mezzi possono viaggiare al 50% del carico. La nota stonata è che Verona sembra fare il contrario di quello che accade nel resto del Veneto dove si esce con tutto il servizio disponibile spostando i servizi dalle ore di morbida alle ore di necessità per poi affidare all’esterno ciò che non si riesce a gestire. Da noi invece si mantengono le frequenze prefestive del sabato con rinforzi all’occorrenza. Questo porta a mantenere in azienda uno strutturale esubero di personale che non viene impiegato. Inoltre non ci mette nelle condizioni di farci trovare pronti quanto la scuola ritornerà a pieno regime”.
Conclude il segretario generale della Camera del Lavoro Cgil Verona Stefano Facci: “Il Sindacato non nega gli sforzi che stanno facendo le aziende di trasporto, le aziende sanitarie e le scuole, constatiamo tuttavia che per mancanza di determinazione e forse anche di volontà politica, i piani predisposti e le azioni intraprese non riescono ad andare a decollare assicurando a tutti i nostri ragazzi il pieno diritto allo studio. È un anno che ci ripetiamo che dobbiamo imparare a convivere con il virus ed è tempo che questo proposito venga concretizzato a partire dalla scuola”