Erminio Ferretto: l’assessore Boraso a Mogliano per il ricordo dell’uccisione del partigiano

Sono passati 76 anni dalla morte di “Venexian”, nome di battaglia con cui era conosciuto Erminio Ferretto, partigiano ucciso dalle Brigate Nere nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1945. Questa mattina, sabato 6 febbraio, si è tenuta a Mogliano Veneto la cerimonia di commemorazione in suo onore, con la deposizione di una corona sul cippo a lui intitolato. L’iniziativa è portata avanti dai Comuni di Mogliano Veneto, Venezia e Marcon. A rappresentare l’Amministrazione comunale l’assessore alla Mobilità Renato Boraso, intervenuto con Giorgio Capparoni, vicesindaco di Mogliano Veneto, il vicesindaco di Marcon Luigi Bona e una rappresentanza delle sezioni dell’Anpi delle tre città.

“Ringrazio chi è oggi qui con la sua presenza, istituzioni, Forze dell’ordine, Anpi, ad onorare la memoria di Erminio Ferretto”, ha detto Boraso. “Porto i saluti del sindaco Brugnaro e di tutta l’Ammnistrazione comunale di Venezia. Sono felice di ricordare un uomo la cui vita, nel riperccorrela, porta ad una profonda riflessione. Il sacrificio di persone come Erminio Ferretto ci ha donato il più lungo periodo di democrazia e pace della nostra storia. Qualcosa che noi diamo per assodato, ma che è frutto di tante sofferenze”.

Durante la commemorazione l’Anpi ha ripercorso la storia di Ferretto: nato a Mestre nel 1915 e cresciuto a Carpenedo, nel 1937 partì clandestinamente per la Spagna per partecipare alla guerra civile contro i franchisti e in quel periodo aderì al Partito Comunista. Riparò successivamente in Francia, ma fu fermato e consegnato all’Italia per poi essere confinato a Ventotene. La sua attività partigiana dopo il ’43 arrivò prima con l’organizzazione del battaglione “Garibaldi” e dopo i rastrellamenti tedeschi del 1944 con il battaglione “Giovanni Felisati”. La morte a soli 29 anni, quando, tra il 5 e 6 febbraio 1945, le Brigate nere lo sorpresero mentre si rifugiava in una casa colonica di Bonisiolo. Lo trovarono in una mangiatoia, lo ferirono e poi lo uccisero a colpi di mitra.

“Dobbamo far sì che luoghi come questo, esattamente come Piazza Ferretto a Mestre – ha proseguito Boraso – non siano solo posti di passaggio o passeggio, ma portino a riflettere tutti noi e soprattutto facciano conoscere figure come Erminio anche a chi oggi ancora non sa della loro importanza. Ringrazio l’Anpi che tiene viva la sua storia e grazie anche alle rappresentanze scolastiche presenti. Coltivare la memoria è fondamentale; abbiamo appena celebrato il Giorno della Memoria e ci apprestiamo a celebrare il Giorno del Ricordo. Sono necessari questi eventi in cui si deve semplicemente raccontare la verità, senza polemiche, per dare il giusto tributo a chi, come Erminio, ha donato la sua vita per difendere la democrazia e la libertà”.