Malattie neurologiche croniche: “Maggiore integrazione tra centri neurologici e medicina del territorio, più multidisciplinarietà e interesse per l’innovazione terapeutica al servizio dei pazienti”

10 febbraio 2021 – Le patologie neurologiche croniche rappresentano una sfida crescente in termini di

salute e di ricadute sociali. Come abbiamo visto in questi mesi, i malati cronici sono quelli più a rischio

di sviluppare forme gravi di COVID-19. Inoltre, la pandemia COVID ha aggravato la complessità del

percorso di presa in carico di questi pazienti, nonostante i progressi terapeutici in divenire, considerate

anche le difficoltà economiche che coinvolgono le famiglie. I controlli specialistici, l’assistenza territoriale,

e l’aderenza terapeutica sono in una sofferenza, che solo parzialmente viene mitigata

dall’implementazione della telemedicina e del teleconsulto. Da qui la necessità di una riprogrammazione

dell’attività assistenziale e riabilitativa per un progressivo ritorno alla normalità pronta ad accogliere

l’innovazione imminente e futura della cura e diagnosi delle malattie neurologiche croniche. Per

sensibilizzare le istituzioni verso una maggiore integrazione tra Centri neurologici e Medicina del territorio,

multidisciplinarietà e interesse per l’innovazione, Mondosanità, in collaborazione con Motore Sanità, ha

organizzato il webinar ‘LE MALATTIE NEUROLOGICHE CRONICHE AL TEMPO DEL COVID. Focus su

Alzheimer, Demenze, Parkinson e Sclerosi Multipla’, che ha visto la partecipazione di esperti del settore

e delle istituzioni, discutendo i principali aspetti organizzativo-assistenziali riguardanti alcune delle principali

patologie neurologiche e degenerative che coinvolgono non solo persone anziane, come la malattia di

Alzheimer, le altre demenze e la malattia di Parkinson, ma anche soggetti giovani e per lo più donne, come

la Sclerosi Multipla.

“La Sclerosi Multipla (SM) è una patologia che colpisce il sistema nervoso centrale, comunemente

diagnosticata nei giovani adulti, tipicamente fra i 20 e i 40 anni, e più frequentemente nelle donne rispetto

agli uomini. Attualmente, secondo i dati di regione Lombardia del 2017, ci sono circa 17.000 persone con SM

nella nostra regione, ma questo numero è in progressivo aumento nel corso degli ultimi anni. La maggior parte

dei pazienti con SM nella nostra Regione ha fra i 40 e i 65 anni (57%), seguiti dai pazienti tra i 18 e i 40 anni,

dunque due categorie di età di persone in cui la patologia, i trattamenti, gli esami e le visite di monitoraggio

possono avere un forte un impatto negativo in ambito familiare così come sulle attività quotidiane e lavorative.

In Lombardia esistono numerosi centri di riferimento per la diagnosi e la cura della SM, distribuiti all’interno

del territorio regionale e con grande esperienza nella gestione di questa patologia attraverso un approccio

multidisciplinare di vari specialisti, tra cui neurologi, neuroradiologi, psicologi, infermieri e fisioterapisti. Al fine di

garantire una gestione sempre più personalizzata e ottimizzata di ciascun paziente con SM nella nostra regione,

è fondamentale instaurare un rapporto saldo fra le istituzioni e gli specialisti coinvolti nella gestione dei pazienti.

Ciò per favorire un’integrazione tra i centri neurologici e diagnostici e la medicina del territorio, e per garantire una

maggiore standardizzazione del trattamento e del monitoraggio dei pazienti, un forte spirito di collaborazione, una

presa in carico da diversi specialisti e una pronta recettività dell’innovazione”, ha spiegato Massimo Filippi,

Professore Ordinario di Neurologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia presso l’Università

Vita-Salute San Raffaele e Direttore Unità di Neurologia, Neuroriabilitazione, Neurofisiologia, Stroke Unit e Centro

Sclerosi Multipla, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano