Simone Vesentini e i 700 anni dalla morte di Dante

Già un anno fa abbiamo avuto modo di parlare con Simone Vesentini, a proposito di Dante, sulle pagine de “ilgiornaledeiveronesi.it”; d’obbligo, quindi, tornare a confrontarci con il nostro scrittore veronese preferito sull’argomento letterario principe di questo primo scorcio del 2021: i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta (21 marzo 1321).

Matteo Peretti: Simone, voglio partire subito forte! Cosa rappresenta per te e per la letteratura l’Alighieri?

Simone Vesentini: Caro Matteo, domanda interessante e complessa… mi limiterò a fare un semplice confronto: Dante rappresenta, per la letteratura mondiale, quello che ha rappresentato Preben Elkjaer Larsen per l’Hellas Verona nel campionato 84-85! Un fuoriclasse in un contesto di grandissimi! Ti basta come paragone o devo continuare?

M: Hai reso l’idea. E per te è fonte di ispirazione? 

S: Credo che sia impossibile non ispirarsi a un poeta divino com’era Dante! Nei secoli bui del Medioevo, aveva già una visione illuminata e alcune delle sue idee saranno riprese e sviluppate nei secoli a venire…l’utilizzo innovativo delle metafore, il modo felpato per criticare la società del suo tempo, le sue pennellate per descrivere fatti, ma soprattutto sentimenti. Era un uomo coltissimo, figlio del suo tempo, ma proiettato verso il futuro… una sorta di futurista medioevale!

M: Giusto, quindi, ricordarlo a 700 anni dalla morte?

S: È doveroso ricordarlo… è un vero e proprio orgoglio nazionale e dovrebbe essere celebrato in ogni piazza italiana con festival letterari, se non in presenza, almeno virtualmente!

M: È, dal tuo punto di vista, un poeta attuale?

S: Per me non è solo attuale, ma lo considererei addirittura contemporaneo. Basti pensare a quest’ultimo anno di pandemia, dove la nostra penisola è ritornata a essere divisa; i confini dei vari ducati, stati o regni, presenti nel Trecento, sono stati sostituiti da gradazioni di colore che isolano, forse ancora di più, le attuali regioni e provincie. E proprio in occasione dei 160 anni dell’unità d’Italia! Quasi una beffa!

M: Purtroppo, sarà onorato in tono minore, complice la pandemia che impedisce ogni manifestazione pubblica. È quasi una legge del contrappasso per lui che visse qualche anno prima della terribile peste che devastò Firenze!

S: Mai come in questo caso, la legge del contrappasso, da lui tanto citata, è così attuale! Dante si erge come una sorta di giudice, anche se ci tiene a specificare che si limitata a riportare fedelmente, e per iscritto, il volere divino. Se ci pensi bene, qualche settimana fa un altro fiorentino ha deciso le sorti del paese. Una sorta di novello supremo giudice il cui partito nasce da una scissione… mi viene proprio da pensare alle faide interne tra guelfi bianchi e neri!

M: Poeta attuale, dicevamo. Ma facciamo un gioco! Dante cosa scriverebbe nella sua Commedia oggi?

S: Credo che la struttura resterebbe invariata. Magari i Gironi e i Cieli, diventerebbero le Zone e, nelle sue accurate descrizioni, ci metterebbe un po’ di colore in più… di certo prediligerebbe il giallo, l’arancione e il rosso! E come potrebbe non collocarvi draghi mitologici, qualche conte decaduto e un grillo parlante…

M: Quindi noti analogie tra l’Italia del 300 e quella attuale?

S: Purtroppo ne noto tantissime… anche noi stiamo vivendo una vera e propria pestilenza moderna, che miete meno vittime, ma che influenza pesantemente la vita quotidiana e la nostra economia.

M: Diavolo di un Simone! La tua fantasia letteraria è degna dei peggiori protagonisti dell’Inferno dantesco!

S: E pensa che le cose peggiori non le ho condivise con i nostri amati lettori ma le ho tenute per me, ma se insisti…

M: A posto così Simone, grazie!