Verona, 13 aprile 2021
Lo scorso febbraio, verso le 10.30, una donna di 86 anni abitante a Verona in via Marsala, mentre si trovava da sola in casa, sentiva suonare il campanello.
L’anziana signora, aperta la porta d’ingresso, veniva investita da un forte e persistente attacco di tosse, causato da un cattivo odore di spray urticante: nella circostanza, le si presentava davanti un uomo, alto circa un metro e ottanta, di corporatura robusta, senza alcuna mascherina, il quale, spacciandosi per un tecnico del gas e invitandola a recuperare tutti i preziosi in oro “altrimenti il gas li avrebbe fusi” (questa la sua affermazione), si recava nella sua camera da letto prelevando dai cassetti denaro contante (circa 1500 euro) e diversi oggetti d’oro (collane, anelli, bracciali e orologi) che riponeva in un sacchetto. L’uomo usciva dall’abitazione salendo in tutta fretta a bordo di uno scooter di grossa cilindrata guidato da altro individuo, allontanandosi velocemente.
Grazie all’intervento dei vicini di casa, attirati dalle grida dell’anziana donna, giungevano sul posto gli uomini delle Volanti e della Squadra Mobile inviati dalla centrale operativa della Questura.
E proprio grazie al lavoro degli esperti della Sezione rapine della Mobile le indagini venivano subito indirizzate nella direzione giusta. Le testimonianze fornite agli investigatori dai vicini di casa consentivano, infatti, di stabilire che i due malviventi erano stati visti in zona pochi giorni prima, evidentemente per un sopralluogo: nella circostanza, uno dei due era entrato nel cortile dello stesso condominio di via Marsala dopo essersi fatto aprire il cancello proprio dalla futura vittima, qualificandosi come operaio che doveva controllare i tombini.
Un passante, al quale gli investigatori risalivano subito dopo la rapina, avendo sentito le grida dell’anziana donna che arrivavano perfino in strada, notava in quel frangente un uomo uscire dal condominio di via Marsala con una busta in mano mentre raggiungeva a piedi via Rosolino, dove lo vedeva salire su uno scooter con a bordo un altro uomo: nella circostanza annotava il numero di targa della moto, dando un contributo prezioso alle indagini. Lo stesso scooter, infatti, con a bordo due persone veniva notato dagli investigatori in un filmato dell’impianto di videosorveglianza di un’abitazione privata di via Marsala mentre giungeva nei pressi dell’abitazione della vittima. Nel corso delle successive indagini si appurava, inoltre, che lo scorso 15 marzo i Carabinieri di Desenzano fermavano per un controllo a Sirmione quello stesso scooter, il cui conducente CARZAGHI Valentino, pregiudicato 50enne, opponeva resistenza, investendo uno dei militari per poi fuggire nei campi, dove veniva però raggiunto e arrestato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Nell’occasione, il conducente dello scooter aveva con sé arnesi da scasso, due bombolette anti aggressione al peperoncino e due tesserini di riconoscimento falsificati rilasciati da ARPA e Polizia Locale.
Sulla base di questi elementi che ricollegavano il conducente dello scooter bloccato a Sirmione alla rapina commessa in via Marsala, la Mobile scaligera chiamava alcuni vicini di casa dell’anziana donna rapinata ad eseguire individuazione fotografica. CARZAGHI Valentino veniva pertanto riconosciuto con certezza da alcuni testimoni come il soggetto che il 20 febbraio scorso era uscito dall’abitazione della vittima con una busta in mano per poi salire a bordo dello scooter e che qualche giorno prima si era introdotto con una scusa nel cortile dell’abitazione di via Marsala.
Il Pubblico Ministero dr.ssa Beatrice Zanotti valutato il lavoro svolto dalla Squadra Mobile ha ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari dr. Luciano Gorra ordinanza in carcere nei confronti del 50enne pregiudicato CARZAGHI Valentino, ritenendolo responsabile della rapina commessa in danno dell’anziana donna in concorso con un complice al momento ignoto.
Il CARZAGHI è stato rintracciato dalla Squadra Mobile ieri pomeriggio nel campo nomadi nel Comune di Ghislarengo (Vercelli) dove risiede insieme ai genitori e dove gli è stata notificata l’ordinanza. L’arrestato è stato successivamente accompagnato presso il carcere di Vercelli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre proseguono le indagini per risalire all’identità del suo complice.
Continuano le indagini da parte della sezione dei reati contro il patrimonio e il Capo della Squadra Mobile, Dott. Massimo Sacco, invita tutti i cittadini a contattare il 113 nel caso in cui il malvivente in foto sia riconosciuto come autore di altri colpi e ribadisce di diffidare da falsi operai, tecnici o dipendenti dell’Inps, finti poliziotti, avvocati o sedicenti medici. I consigli rimangono gli stessi: non aprite la porta di casa a sconosciuti, anche se vestono un’uniforme o assumono l’aspetti di distinti professionisti. Verificate sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli sconosciuti che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Se non ricevete rassicurazioni non aprite per nessun motivo. Per qualunque problema, per chiarivi qualsiasi dubbio, non esitate a chiamare il 113 o il numero unico di emergenza 112 e richiedere l’intervento di una pattuglia.
Grazie per l’attenzione.