Verona, 14 aprile 2021 – Approvate le modifiche al nuovo disciplinare del Bardolino Doc con la pubblicazione lo scorso 12 aprile sulla Gazzetta Ufficiale del riconoscimento delle tre sottozone «Montebaldo», «La Rocca» e «Sommacampagna». In questo modo si conclude l’iter di modifica del disciplinare e con esso una vera e propria rifondazione della Denominazione, fatta però con il recupero della sua storia produttiva.
Un lavoro che ha visto negli ultimi anni i produttori e le Organizzazioni Professionali coordinate dal Consorzio al lavoro per rilanciare una delle più importanti denominazioni Venete, che con più di 250.000 quintali di uve raccolte nell’ultima vendemmia rappresenta una delle più conosciute ed importanti DO italiane.
Un lavoro complessivo di revisione fatto con cura e con una visione d’insieme chiara, che prima ha portato a dare un ruolo centrale al Chiaretto, un vino che nel mondo dei rosati fa storia a sé, per stile e codifica produttiva che già oggi lo colloca come prodotto di riferimento per la categoria in ambito nazionale.
«Una rigenerazione quanto mai utile per una Denominazione che con la crisi del turismo del Garda sta soffrendo ma ha tutte le carte in regola per tornare ad interessare i consumatori» dichiara Davide Ronca, presidente Coldiretti per la zona del basso Lago e Vice Presidente del Consorzio. «Questo è il risultato della determinazione dei produttori e della loro chiara visione strategica». «Significativo – precisa Ronca – è che in etichetta si leggerà “Chiaretto di Bardolino” e non più “Bardolino Chiaretto”».
Con l’introduzione delle tre sottozone si creano le condizioni per ridare ruolo alla versione «Rubino» così descritta fin dalla fine del 1800 per il suo colore squillante.
Un recupero quindi di una storica vocazione che punta ad arricchire il panorama del Veneto, dominato con il 75% della produzione di vini bianchi, di un rosso che fa della piacevolezza di beva e della longevità i suoi elementi distintivi e di interesse per i consumatori italiani e stranieri.