I numerosi casi di infortuni mortali sul lavoro che le cronache riportano in queste settimane devono portare ad accendere un faro sul “buco” formativo, informativo e dei controlli che si è venuto a creare durante il periodo della pandemia per poi avviare un’azione di rilancio di tutte le attività della prevenzione.
L’emergenza sanitaria ha letteralmente catalizzato l’attenzione degli organi ispettivi che nel primo semestre del 2020, e per buona parte anche del secondo, sono stati chiamati a svolgere prevalentemente attività di supporto alle aziende in chiave di contenimento della diffusione del virus.
In costanza della pandemia il rischio vero è che le riaperture invocate a gran voce possano mettere ancora più alle strette il già stressato sistema della prevenzione. La Regione è pertanto chiamata a valorizzare e rafforzare l’attività degli enti ispettivi che peraltro dispongono di grandi professionalità.
Nella provincia di Verona si denunciano ogni anno il 21% degli infortuni di tutto il Veneto: 14.397 denunce su un totale regionale di 65.437 nel 2020 e 16.265 denunce su un totale regionale di 77.124 nel 2019.
Di questi infortuni, in media, ogni anno 1.600 sono infortuni gravi, cioè mortali o che comportano una assenza dal lavoro superiore ai 40 giorni. Circa un terzo (500) degli infortuni gravi sono procedibili d’ufficio. Nel 2019, anno pre-pandemia, lo Spisal di Verona ha avviato, su indicazioni dei Carabinieri, del 118 o su iniziativa propria, indagini su 216 infortuni mortali o gravi e in 59 casi l’indagine si è conclusa con il riscontro di una responsabilità a vario livello. I controlli ispettivi si concentrano soprattutto nel settore delle costruzioni, con particolare riguardo ai cantieri temporanei; nell’industria e nell’agricoltura.
Spesso l’infortunio presenta le stesse modalità di accadimento di 50 anni fa: schiacciamenti e cadute dall’alto, ad esempio durante la movimentazione delle macchine o dei carichi. Le cause possono riguardare errori di procedura, uso scorretto delle attrezzature, carenza di manutenzione delle stesse o carenza di formazione.
Appare quindi evidente l’urgenza di potenziare il sistema dei controlli finalizzandolo, oltre che alla repressione, anche alla formazione, accompagnando cioè le aziende a correggere le procedure e i comportamenti pericolosi o rischiosi.
Il Sindacato è pronto a fare la sua parte anche sul versante della formazione. Così come attesta la relazione dello Spisal della Provincia di Verona diffusa nell’ottobre 2020, assieme alle altre parti sociali nel 2019 abbiamo formato o aggiornato sui temi della sicurezza 12.310 soggetti, tra lavoratori e imprenditori, così suddivisi: Cgil 1.598 soggetti; Cisl 265; Uil 291; Confindustria 1.944; Confcommercio 2.082; Scuola Edile Veronese 2.672; Confartigianato 1.513; Confagricoltura 990; Coldiretti 955.
Sportello Salute Cgil Verona