VERONA. Nella giornata di lunedì 17 maggio, si è tenuta, presso il Tribunale di Verona, la prima vera udienza per il processo inerente la strage del bus ungherese. Il 20 gennaio del 2017, sull’Autostrada A1 Milano-Verona, all’altezza del comune di San Martino Buon Albergo, il mezzo di trasporto andò ad impattare contro un pilone dell’autostrada e nell’incidente che ne seguì, persero la vita 17 studenti di un liceo di Budapest. Ad un anno di distanza dall’accaduto, esalò l’ultimo respiro anche il professore eroe Vigh Gyorgy, che salvò alcuni ragazzi ma non i suoi figli nella strage.
A spiegare l’andamento della prima udienza è l’avvocato Davide Tirozzi, legale rappresentante dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ODV, costituitasi parte civile: “Sono state rigettate le eccezioni preliminari di nullità sul capo d’imputazione, pertanto si partirà con l’ascolto delle versioni dei testimoni. Il giudice ha calendarizzato le udienze. Noi continuiamo a combattere per difendere le parti offese”.
Il presidente dell’A.I.F.V.S. ODV, Alberto Pallotti si è soffermato sul ruolo di sostegno della sua associazione per le i familiari della Vittime della Strada ODV: “Siamo sempre presenti al fianco delle vittime della strada; anche in questa occasione abbiamo contribuito alla ricostruzione della verità. Per la prima volta in Italia, l’associazione ha partecipato alle indagini ed il teste da noi proposto, il perito Alessio Maritati, sarà chiamato a testimoniare. Siamo preoccupati per le tempistiche decisamente lunghe. Sono passati ormai 4 anni e mezzo e, praticamente, è iniziato adesso il vero processo. Mi auguro che si possa procedere a vele spiegate. Le famiglie aspettano giustizia, ci sono 10 persone a rappresentare le parti offese. Ognuna di loro giunge qui ad ogni udienza direttamente dall’Ungheria e sono in gran numero. Il loro viaggio è massacrante, ma vengono ad onorare, con la loro presenza, la memoria dei loro ragazzi, alla ricerca di una verità che non è emersa. Per ascoltare tutti i teste, ci vorrà del tempo; inoltre, esistono le differenze linguistiche e bisognerà far fronte alle assenze. Mi auguro che il giudice dott.ssa Fabiani intenda ricalendarizzare il procedimento con scadenze brevi per arrivare presto alla giustizia”.
Il malcontento degli ungheresi è legato alle tempistiche del processo e raccolto nelle parole di Szendrei Endre e Marton Laszlo: “Ancora una volta dobbiamo attendere diversi mesi, ovvero il prossimo ottobre, per fare un piccolo passo verso le giustizia dei nostri familiari. Non conosciamo i tempi. Eppure il pilastro è, paradossalmente, ancora lì. Siamo davvero sconcertati, ogni volta che lo vediamo è come se vedessimo scorrerci ancora il sangue dei nostri cari scomparsi. Potrebbe mietere vittime nell’indifferenza generale delle istituzioni”.
L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ODV ringrazia per il prezioso contributo Balazs Varga, iscritto all’albo dei periti interpreti del Tribunale di Cagliari.