Venezia, 8 giugno 2021
Sono 504 le opere (ponti, viadotti, cavalcavia), sul territorio regionale, che sono state messe sotto la lente d’ingradimento dalla concessionaria Veneto Strade Spa per verificarne la sicurezza. Ad oggi si esclude qualsiasi rischio di crollo: si tratta di 197 manufatti in pianura, di cui il 39% è risultato in fascia alta, che vuol dire che sarà oggetto di maggiori approfondimenti. Mancano all’appello altre 307 opere, situate in provincia di Belluno, che saranno ispezionate entro il mese di settembre.
Intanto 20 infrastrutture sono già state sottoposte a manutenzione. L’obiettivo? Allungare “la vita” a quei manufatti che lo necessitano, anche di 20-30 anni, come ha evidenziato oggi la Vicepresidente ed Assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Elisa De Berti, durante la conferenza stampa tenuta nella sede di Veneto Strade, per dar conto di un primo monitoraggio eseguito sulle opere regionali: “Prima ancora di pensare alla costruzione di nuove opere è opportuno fare una corretta manutenzione del patrimonio esistente”.
“E fondamentale – ha ricordato De Berti – lavorare sulla manutenzione ordinaria come su quella straordinaria, dove però servono una pianificazione e programmazione adeguate. Come Regione Veneto l’abbiamo fatta e, grazie al monitoraggio costante, continueremo a stanziare le risorse necessarie”.
“Noi preveniamo invece che curare. – ha aggiunto la Vicepresidente – Come dire: la prevenzione è nel nostro DNA e non è un caso che ancora prima del crollo del ponte Morandi la Regione Veneto avesse messo in bilancio per il 2018 15 milioni di euro per la manutenzione straordinaria di ponti, viadotti, cavalcavia lungo la viabilità di competenza regionale. Risorse che sono state integrate nel 2020 con uno stanziamento di ulteriori 12 milioni. Parliamo quindi di 27 milioni di euro che abbiamo erogato, negli ultimi tre anni, a Veneto Strade che, con la mission dell’efficientamento ha impiegato subito per dare avvio alla programmazione degli interventi da eseguire”.
Le verifiche sono state fatte in collaborazione con l’Università di Padova (il Professore emerito di Costruzioni Claudio Modena e il Professore ordinario di Costruzioni, Carlo Pellegrino) ed hanno riguardato ponti in muratura, ponti cemento armato/cemento armato precompresso e ponti in acciaio. Il monitoraggio è stato fatto applicando le Linee guida per la classificazione e gestione del rischio approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel dicembre 2020, grazie alle quali sono stati individuati 5 livelli o classi di attenzione che escludono qualsiasi pericolo di crollo: alto, medio-alto, medio-basso e basso. Al momento le opere ispezionate sono state così classificate: il 39% con cda alta, il 16% con cda medio-alta, il 37% con cda media, l’8% con cda bassa.
“A seconda della classe di attenzione – aggiunge l’Assessore – Veneto Strade ha individuato una serie di azioni da compiere ed ha eseguito questo importante lavoro di monitoraggio che ci sta permettendo di garantire da un lato la sicurezza ai cittadini e, dall’altro, di ringiovanire le nostre infrastrutture”.