Nuove scoperte archeologiche all’interno dell’anfiteatro Arena, che non smette di stupire.
La donna sepolta in Arena nel periodo tardo antico, i cui resti sono stati ritrovati a dicembre nell’arcovolo 31, non è l’unica ad aver riposato per secoli all’interno del monumento. Gli archeologi della Soprintendenza hanno infatti rinvenuto altri resti umani all’arcovolo 10, tre scheletri che ora verranno estratti e portati in laboratorio per gli esami e le analisi specifiche.
Tomba di famiglia.
Nulla esclude che sia una sorta di ‘tomba di famiglia’, ipotesi che troverebbe conferma nelle informazioni al momento a disposizione, che presumono una sepoltura di gruppo non casuale, bensì pianificata in virtù di un probabile legame di sangue tra le tre persone. Stando alle prime analisi, i tre scheletri sono riconducibili ad un adulto e a due adolescenti sui 16 anni. L’età dei più giovani si evince, anche ad occhio nudo, non solo dalla diversa lunghezza degli arti, che sono più corti rispetto a quelli dello scheletro adulto, ma anche dallo spessore delle ossa che risultano più minute, tant’è che solo verso i 18 anni arrivano ad assumere la loro forma definitiva. Quanto al sesso, lo scheletro più maturo era senza dubbio maschio, uno degli scheletri più giovani era femmina, resta da definire il terzo.
Collocazione storica.
Di certo l’uomo adulto è vissuto nel dodicesimo secolo, una certezza che proviene da alcune monete rinvenute in una sorta di borsellino attaccato alla fibbia circolare. Le analisi numismatiche già effettuate confermano che si tratta di denari enriciani, una monetazione della Zecca di Verona che era l’unica in circolazione nel XII secolo, periodo in cui ha conosciuto la sua massima espansione arrivando fino a Venezia e nel Tirolo.
Esami più approfonditi saranno poi in grado di rivelare l’anno di sepoltura dei corpi e, eventualmente, la distanza tra una e l’altra. Gli archeologi fanno infatti notare che lo scheletro di uno dei due ‘adolescenti’ è in posizione meno ribassata rispetto agli altri due, ma ciò potrebbe dipendere anche dalla scelta di scavare di meno per fare minor fatica. I corpi sono stati ritrovati in una grande fossa centrale squadrata, la giovane donna con la testa a sud, il maschio adulto con la testa a sud e il giovane di sesso da definire con la testa a nord. La donna è stata manomessa probabilmente a causa di una riapertura della tomba.
La scoperta.
E’ avvenuta nell’ambito degli importanti lavori di restauro che si stanno realizzando all’interno dell’anfiteatro, con un cantiere articolato che prevede la riqualificazione completa degli arcovoli. Dopo i ritrovamenti della della prima sepoltura a dicembre, la Soprintendenza ha disposto ulteriori approfondimenti archeologici per verificare se anche altri piccoli e stretti arcovoli interni fossero destinati a usi funerari come avvenuto per l’arcovolo ‘gemello’ interno numero 31. Si tratta di arcovoli di piccole dimensioni, chiusi e inutilizzati da decenni se non saltuariamente come deposito, che la Soprintendenza ha ben inteso potessero custodire importanti sorprese.
Museo a cielo aperto.
E’ ciò che sempre di più sta diventando l’anfiteatro, un mix di storia, cultura e spettacolo che deve essere valorizzato. In questo senso si rafforza l’ipotesi di realizzare in Arena un vero e proprio percorso museale, per rendere visibile ai visitatori il restauro e la storia del monumento, compresa la più recente funzione di teatro all’aperto per gli spettacoli di lirica e di musica pop. Nel frattempo il restauro finanziato con l’Art Bonus va avanti, procedendo in parallelo sulla parte conservativa e sull’opera ingegneristica con la realizzazione ex novo degli impianti idrico, fognario ed antincendio.
La nuova ‘necropoli’ è stata presentata oggi dal sindaco Federico Sboarina insieme all’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto e al soprintendente Vincenzo Tinè. Presente anche l’assessore alla Cultura Francesca Briani, le funzionarie della Soprintendenza Brunella Bruno, archeologa, e Irene Dori che si occupa delle ricerche antropologiche; la numismatica del Comune Antonella Arzone e gli archeologi della ditta Lares incaricata degli scavi.
“Questo monumento non finirà mai di stupirci – ha detto il sindaco-. Oggi ci ha regalato un’altra grande emozione, nuovi reperti del dodicesimo secolo che lo rendono un vero e proprio serbatoio di storia. Con il cantiere dell’Art Bonus stiamo davvero restituendo l’arena alla sua antica bellezza; dall’altra parte, è lo stesso monumento che continua a stupirci riportando alla luce tesori meravigliosi, e questo è il motivo per cui stiamo lavorando ad un percorso museale che rappresenti a tutti i turisti, ai visitatori e agli spettatori due mila anni di storia, che parte dall’epoca romana per finire nei camerini dei grandi artisti della lirica, del pop e del rock”.
“Abbiamo avviato un restauro conservativo senza precedenti – ha detto Zanotto-. Con risultati visibili giorno dopo giorno, penso alla sistemazione della cavea che oggi, nella parte terminata, ha ritrovato i colori originari dell’epoca romana; così come alle innovazioni tecnologiche che faranno dell’arena un monumento moderno e più sicuro. Questo monumento rappresenta la nostra storia e i ritrovamenti di oggi non fanno che confermarlo”.
“L’Art bonus ha innescato uno straordinario meccanismo di tutela e conoscenza dell’anfiteatro – ha aggiunto Tinè-. La collaborazione con il Comune ci ha permesso di effettuare ulteriori verifiche a scopo archeologico negli arcovoli gemelli al numero 31, dove pochi mesi fa è stata ritrovata la prima sepoltura. E’ venuta alla luce una sorta di tomba di famiglia, una scoperta davvero eccezionale che ora sarà studiata nel dettaglio. Un monumento così vivo come l’arena e la continuità della sua storia meritano un’esposizione forte, l’arena è un libro di storia lungo duemila anni che deve essere illustrato”.