Agevolare la transizione verso le energie rinnovabili non è più solo una questione di tutela ambientale. Potrebbe infatti rappresentare la contromisura più valida per far fronte all’annuncio di Cingolani che ha previsto un rincaro delle bollette del 40%.
“L’aumento del costo dell’energia in bolletta è dettato dai costi quadruplicati del gas rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e dall’aumento pure del prezzo delle quote di CO2 acquistate per compensare l’utilizzo di energia da fonte fossile”, evidenzia il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, Andrea Falsirollo. “Il rincaro è quindi legato sia alla forte richiesta di gas russo da parte dei mercati asiatici che stanno abbandonando il carbone, sia dal fatto che, utilizzando fonti fossili, bisogna rispettare i meccanismi europei di compensazione a favore delle energie rinnovabili. Più velocemente ci adegueremo alle linee della transizione energetica del PNRR più velocemente otterremo aria pulita, eviteremo blocchi del traffico, e avremo bollette meno salate perché saremo meno esposti alle fluttuazioni del mercato globale. C’è chi dichiara che il rincaro sia dovuto alle rinnovabili a causa dei meccanismi compensativi che prevedono l’acquisto di CO2, tuttavia solo un quinto dell’aumento è dovuto a questo aspetto”.
A settembre e ottobre dell’anno scorso il costo del gas si aggirava tra i 15 e i 18 euro/MWh. Ora è lievitato a 60 euro, quattro volte tanto.
“Non si parla di gas legato al solo riscaldamento, ma alle centrali turbogas che producono energia elettrica”, insiste Falsirollo. “Tali centrali, utilizzando fonti fossili, devono acquistare Co2 dal mercato per compensare alle emissioni e sostenere quindi costi che da 28 euro circa a tonnellata, sono schizzati a 59 euro, il doppio rispetto allo scorso anno. Una politica energetica sulle rinnovabili attenta e individuare aree dedicate e ad agevolare le autorizzazioni per gli impianti, sortirebbe il duplice effetto di un guadagno sia ambientale che economico”.
Emanuele Vendramin, iscritto dell’Ordine e ingegnere energetico ambientale, già intravede ulteriori prossimi aumenti dei prezzi in bolletta ancora più sostanziosi.
“Le bollette future risentiranno dei prezzi del mercato di maggio e giugno, ma intanto i costi sono ulteriormente aumentati e così sarà per il prossimo trimestre. Chi pagava 100 euro per una bolletta, si ritroverà a pagare 140 e poi ancora di più. Le rinnovabili hanno costi fissi legati all’impianto e non risentono dei flussi del mercato visto che non utilizzano metano e nemmeno pagano Co2 non avendo emissioni. Ciò consente di slegarsi dai mercati mantenendo un prezzo più costante nel tempo, a tutto vantaggio del benessere del pianeta oltre che delle tasche dei cittadini”.