136 tra paesi e giurisdizioni, per un PIL complessivo che supera il 90%, hanno siglato, in sede OCSE, un accordo per l’introduzione, a partire dal 2023, di una tassa minima globale del 15% per le imprese multinazionali. Si stima che i Paesi raccoglieranno circa 150 miliardi di dollari di nuove entrate all’anno, mentre i diritti di tassazione su più di 125 miliardi di dollari di utili verranno spostati in quei Paesi dove le grandi multinazionali realizzano i loro profitti
Roma 15 Ottobre 2021
Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica “Attività Internazionale”, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia.
La Commissione europea ha emesso nei giorni scorsi le prime obbligazioni verdi Next Generation EU, raccogliendo 12 miliardi di euro che, utilizzati per finanziare spese verdi e sostenibili nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, candidano l’UE a diventare il maggiore emittente mondiale di obbligazioni verdi dando un impulso significativo ai mercati della finanza sostenibile e finanziando una ripresa più verde dalla pandemia. Le richieste di sottoscrizione di obbligazioni a 15 anni con scadenza il 4 febbraio 2037 sono state più di 11 volte superiori all’offerta, con un portafoglio ordini di oltre 135 miliardi di euro. Insieme alle eccellenti condizioni di prezzo dell’emissione costituiscono un promettente avvio del programma di obbligazioni verdi Next Generation EU che raggiungerà i 250 miliardi di euro entro la fine del 2026.
Almeno il 37% di ogni piano di ripresa e resilienza deve essere dedicato alla transizione verde e molti Stati membri si stanno adoperando per fare di più.
Inoltre la Commissione europea ha recentemente avviato una consultazione fra gli Stati Membri su una bozza di proposta per prorogare fino al 30 giugno 2022 il quadro temporaneo sugli aiuti di Stato. L’obiettivo è garantire che le imprese ancora colpite dalla crisi non siano improvvisamente tagliate fuori dal sostegno necessario e, al contempo, predisporre una graduale eliminazione coordinata delle misure, anche alla luce dell’eterogeneità della ripresa tra i diversi settori nei diversi Stati membri.
Dopo l’intesa iniziale di luglio, 136 tra paesi e giurisdizioni, per un PIL complessivo che supera il 90%, hanno siglato, in sede OCSE, un accordo per l’introduzione, a partire dal 2023, di una tassa minima globale del 15% per le imprese multinazionali. Si stima che i Paesi raccoglieranno circa 150 miliardi di dollari di nuove entrate all’anno, mentre i diritti di tassazione su più di 125 miliardi di dollari di utili verranno spostati in quei Paesi dove le grandi multinazionali realizzano i loro profitti.
Infine, le stime del World Economic Outlook pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale rivedono al rialzo le stime di crescita per il nostro paese, con il PIL che, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, si annuncia in ascesa per quest’anno, mentre rimarrà invariato per il 2022, gli altri dati relativi ai prossimi due anni, vedono invece la disoccupazione in continuo aumento mentre l’inflazione si manterrà stabile.