Dopo l’esposto della moglie del compianto ex dipendente comunale di Noventa di Piave, il Pm ha disposto l’autopsia per accertare cause del decesso ed eventuali responsabilità
Si era come sentito scoppiare il petto, ma per i medici del Pronto Soccorso si trattava di un “banale” dolore epigastrico e in un’ora e mezzo è stato dimesso: cinque giorni dopo è spirato tra le braccia della moglie. Riscontrando subito l’esposto presentato dai familiari, assistiti da Studio3A, il Pubblico Ministero della Procura di Venezia, dott.ssa Paola Tonini, ha aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in ambito sanitario per il prematuro decesso di Mario Valerio, compianto ex dipendente comunale del Comune di Noventa di Piave, dove risiedeva con la sua famiglia.
Il Sostituto Procuratore ha altresì iscritto nel registro degli indagati due dottori, il medico del Pronto Soccorso di San Donà di Piave che lo aveva seguito, S. B. L., 63 anni, di Caorle, e il suo medico di base, N. T., 66 anni, di Meolo, che gli era stato assegnato da pochi mesi tanto da non aver ancora avuto modo di conoscerlo di persona. Un atto dovuto anche per dare loro modo di nominare eventuali consulenti di parte per gli accertamenti tecnici non ripetibili: la dott.ssa Tonini infattiha disposto anche l’autopsia. L’esame autoptico sarà effettuato martedì 19 ottobre 2021, alle 10.30, nell’obitorio dell’ospedale di San Donà dal medico legale incaricato, il dott. Guido Viel, che, oltre alle cause della morte, dovrà chiarire se vi siano stati errori diagnostici, omissioni nelle analisi strumentali e ritardi nell’espletamento delle visite mediche e, in caso affermativo, se vi sia stato nesso di causa con il decesso. Il consulente tecnico avrà 60 giorni per depositare le sue conclusioni. Alle operazioni peritali parteciperà, come consulente medico legale di parte per i congiunti della vittima, anche il dott. El Mazloum Rafi messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini a cui la moglie Tiziana e la figlia Erika, tramite l’Area manager e responsabile della sede di San Donà, Riccardo Vizzi, si sono affidate per fare piena luce sui tragici fatti, con la collaborazione dell’avv. del foro di Treviso Andrea Piccoli.
Valerio, in pensione da tre anni dopo una vita di lavoro in municipio, il 7 ottobre 2021, alle 9.30, era rincasato dalla consueta passeggiata con il cane manifestando un forte dolore al petto – “ho sentito una specie di esplosione” aveva confidato alla moglie -, con irradiazione cardiaca: gli mancava il respiro e, oltre al petto, gli facevano male anche la schiena, il collo, le mascelle e il volto. La moglie lo ha quindi accompagnato al Pronto Soccorso di San Donà dove il paziente è giunto in accettazione alle 13.24, con codice arancione, ed è stato sottoposto ad alcuni accertamenti, tra cui l’elettrocardiogramma e il controllo della saturazione, ma il medico che l’ha visitato ha escluso si trattasse di scompensi al cuore, valutando a norma i parametri relativi all’attività cardiaca, e alle 14.57 l’ha dimesso con la diagnosi di “epigastralgie”, prescrivendogli una terapia con un farmaco gastroprotettore e rinviandolo al medico curante per un esame per la ricerca di batteri Helicobacter pylori.
“Porti pazienza, tra qualche giorno i dolori passeranno” l’hanno rassicurato i sanitari, ma non è stato così. Valerio ha subito contattato il suo medico di famiglia che gli ha raccomandato telefonicamente di continuare la terapia indicata dal Pronto Soccorso, fissandogli un appuntamento per venerdì 15 ottobre e invitandolo eventualmente a richiamarlo nel caso in cui i dolori persistessero. Ma il paziente nello studio del suo dottore non ha fatto a tempo ad arrivarci. Pur continuando ad assumere il gastroprotettore prescritto, solo il bruciore percepito all’altezza dello stomaco si era in parte attenuato, il che aveva comunque convinto il paziente ad attendere ulteriormente come suggerito dal Pronto Soccorso, nonostante le restanti algie avvertite anche alla zona basso lombare, ai denti e alle mani, stranamente gelide, fossero rimaste di pari intensità tanto che, oltre a respirare, stentava anche a parlare. Finché, alle 10 di sera di martedì 12 ottobre,la moglie, rientrando a casa dopo aver portato fuori il cane, ha sentito il marito che rantolava in salotto: era incosciente e non respirava. Inutili i tentativi di rianimarlo della donna, che pure, avendo prestato a lungo servizio in farmacia, sapeva bene le manovre da attuare in tali circostanze, così come quelli dei sanitari del Suem, subito allertati.
Sconvolta dalla morte del marito, non riuscendo a capacitarsi della tragedia e tormentata dal dubbio che il drammatico epilogo forse si sarebbe potuto evitare con una diversa gestione del caso, appena cinque giorni prima, al pronto soccorso di San Donà, la signora Tiziana ha deciso di andare fino in fondo, si è rivolta a Studio 3A e l’indomani, 13 ottobre, è stato presentato un esposto ai carabinieri riferendo i fatti echiedendo all’autorità giudiziaria di disporre gli opportuni accertamenti perchiarire le cause del decesso e verificare eventuali profili di responsabilità sanitaria in capo ai medici che hanno avuto in cura la vittima, e quindi alla struttura ospedaliera di pertinenza, l’Asl 4 “Veneto Orientale”. Esposto, come detto, prontamente riscontrato dalla Procura lagunare, con l’apertura di un fascicolo a carico dei due medici e gli altri atti conseguenti, ossia l’autopsia e il sequestro delle cartelle cliniche.
La famiglia tiene anche a ringraziare tutti per i tanti messaggi di cordoglio e gli attestati di solidarietà ricevuti, non ultimo dal sindaco di Noventa di Piave Claudio Marian. Valerio era conosciuto, stimato e ben voluto da tutti, non solo per la professionalità e la disponibilità con cui per decenni ha svolto il suo lavoro a servizio della cittadinanza, ma anche per il suo impegno nell’associazionismo, per anni come presidente del Gruppo Micologico Sandonatese e da ultimo come Coordinatore dei Gruppi micologici della regione Veneto.