Si attende una folla commossa nella chiesa del paese. Intanto la Procura di Venezia,
che non ha disposto l’autopsia, ha segnato i primi nomi nel registro indagati
Saranno celebrati martedì 14 dicembre 2021, alle ore 15, nella chiesa arcipretale di Sambruson, la frazione di Dolo dove risiedeva, i funerali di Fabio Da Prat, l’operaio specializzato rimato vittima a soli 46 anni del terribile incidente sul lavoro successo il 29 novembre scorso presso la Casa del Turismo di Jesolo: com’è tristemente noto, il lavoratore è stato colpito in pieno da una delle bombole dell’impianto antincendio della struttura che stava manutentando con un giovane collega, salvatosi miracolosamente. Sempre in chiesa a Sambruson, lunedì 13 dicembre, alle 18, sarà recitato anche il rosario: le sue ceneri poi riposeranno nel cimitero del paese accanto alle spoglie del papà, mancato alcuni anni fa.
Saranno in tantissimi, amici, colleghi di lavoro di oggi e di ieri, conoscenti, a voler dare l’ultimo saluto a Da Prat, che era molto conosciuto, e stringersi attorno ai congiunti distrutti dal dolore per l’improvvisa perdita: il quarantaseienne lascia due figli avuti dalla moglie da cui era separato, e poi l’anziana mamma Candida, il fratello Franco e l’attuale compagna Serena, con cui conviveva ormai da diversi anni. Questi ultimi, per fare piena luce sui drammatici fatti ed essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di Dolo, Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. Andrea Piccoli, del Foro di Treviso.
La Procura di Venezia infatti, come da prassi, sull’ennesima morte bianca ha aperto un procedimento penale per l’ipotesi di reato di omicidio colposo affidato al Pubblico Ministero dott.ssa Patrizia Ciccarese, che peraltro non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia sulla salma. L’indagine dovrà chiarire di chi siano le responsabilità di quanto accaduto nel piano interrato dello stabile di piazza Brescia poco dopo le 11 del mattino quando un boato ha scosso l’edificio, perché durante una semplice revisione periodica del sistema antincendio – operazione che la vittima, con una lunga esperienza di idraulico alle spalle, aveva effettuato chissà quante volte senza problemi -, quella bombola carica di argon e azoto collegata all’impianto, una volta disinstallata, abbia iniziato a sfiatare violentemente e, con la propulsione del gas, si sia trasformata in un “razzo” impazzito che ha investito in pieno l’operaio non lasciandogli scampo.
Un’inchiesta complessa che dovrà verificare se durante l’operazione finita in dramma siano state rispettate tutte le normative antinfortunistiche da parte del datore di lavoro di Fabio Da Prat, apprezzato dipendente della Rg Impianti di Salzano, se la bombola fosse a norma, il che chiama in causa anche chi l’ha fabbricata e chi l’abbia eventualmente revisionata in precedenza, o se vi siano state altre violazioni e carenze che potrebbero aver determinato l’evento.
Di certo c’è che il magistrato, una volta acquisito il rapporto degli ispettori dello Spisal dell’Asl 4 Veneto Orientale intervenuti in loco che ha consentito di chiarire meglio il quadro, ha assunto già i primi provvedimenti con almeno un’iscrizione nel registro degli indagati: il fascicolo infatti adesso è contro noti. Ed è altrettanto certo che la famiglia di Da Prat si aspetta risposte, verità e giustizia.