Come Sindacati delle pensionate e dei pensionati SPI Cgil FNP Cisl UILP Uil
di Verona consideriamo positivo il confronto che si è aperto con il Comune
di Verona sui temi del Bilancio di previsione 2021, sull’assistenza
domiciliare, i servizi alle anziane, agli anziani e alle persone fragili e sulle
nuove povertà.
Nell’affrontare il primo incontro sul Bilancio di previsione 2021, come
Organizzazioni Sindacali abbiamo sottolineato l’urgenza di orientare le
risorse disponibili verso una emergenza sociale non solo legata alla
pandemia ma, come ci dicono ormai tutte le ricerche e le proiezioni, ad una
tendenza demografica di continuo invecchiamento della popolazione, di
bassa natalità, di crescenti diseguaglianze che aumentano le povertà.
Ci troviamo di fronte ad una trasformazione profonda della nostra società,
che merita risposte immediate nell’emergenza, ma anche interventi
strutturali di lungo respiro che riorganizzino la nostra città, la vita delle
persone nei quartieri, la socialità, il rapporto con il territorio.
Le nostre priorità sono dare una risposta principalmente a chi oggi è più in
difficoltà e ridisegnare una offerta di welfare sociale che non sia
considerata una spesa bensì un importante investimento.
Oggi lavoro, sanità e scuola sono gli architravi del futuro di una società che
si vuole definire più giusta e più umana ma, perché una società si possa
definire più giusta e più umana, non deve dimenticarsi di tutte quelle
persone che hanno lavorato una vita, sono andate in pensione e ora
meritano tutta l’attenzione, la cura e il rispetto di cui hanno giustamente
diritto.
Durante la pandemia abbiamo pagato già un prezzo doloroso e straziante
per tutti coloro che hanno perso la vita nelle case di riposo o a domicilio,
ma anche per le molte persone anziane che nella pandemia si sono sentite
o sono state lasciate sole ed abbandonate. Tutt’ora molte case di riposo
non sono organizzate per permettere le visite dei parenti in sicurezza.
Questi mesi ci hanno insegnato che abbiamo bisogno di una sanità che
veda, oltre agli ospedali, una presenza rafforzata ed organizzata nel
territorio, a cominciare da medici di medicina generale, strutture
intermedie, assistenza domiciliare integrata, residenze socio assistenziali,
pronto soccorso.
La sanità nel territorio si integra ai servizi dei comuni che è necessario
confermare e rafforzare per una presa in carico complessiva della persona.
Per tutti questi motivi è d’obbligo una riflessione profonda sulle risorse ed
un confronto serrato sulle strategie ed i mezzi che si vogliono mettere in
campo.
Oltre ad un primo confronto sull’orientamento delle risorse atte a
rafforzare l’assistenza domiciliare a tutti i livelli – integrata con i servizi
sociosanitari esistenti – è necessario rafforzare gli strumenti per favorire la
natalità, offrire servizi che allevino la solitudine, mettere in campo
interventi economici a sostegno delle famiglie in difficoltà, aprire nuove
strutture residenziali per disabili e per la cura della salute mentale.
Riteniamo anche che un primo segnale utile di presa in carico delle persone
più esposte possa essere quello di alzare la soglia di esenzione dell’aliquota
IRPEF comunale da euro 10.000 a euro 15.000 ed applicare il requisito ISEE
per accedere ai servizi con esenzione portando il limite a euro 9.360
(recuperando le risorse necessarie dalla lotta all’evasione fiscale).
Questi due provvedimenti mirano a sostenere le fasce più deboli della
società, pensioni e basse retribuzioni, che necessitano di un aiuto
economico, ma anche di inclusione sociale.
Riteniamo questo incontro un primo confronto che deve continuare per
affrontare tutti i temi messi in evidenza dalla nostra piattaforma unitaria:
campagna vaccinale, sanità, vecchie e nuove povertà, trasporto sociale,
politiche di genere, reddito delle persone, anziani e persone fragili, lotta
all’evasione e all’elusione fiscale.
Verona, 13 aprile 2021