Qualità dell’aria in Veneto. I dati ufficiali del 2020

AAV, 17 maggio 2021 – Il rapporto Arpav illustra lo stato della qualità dell’aria a livello regionale utilizzando il confronto con gli anni precedenti. Tutti i dati raccolti nel corso del 2020 dalla rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, sono presentati nel documento attraverso sintesi ed elaborazioni grafiche.

I risultati presentati evidenziano che, nel 2020, analogamente agli anni precedenti, le principali criticità sono state rappresentate dal superamento diffuso sul territorio regionale del valore limite giornaliero per il PM10 e dal superamento del valore limite annuale per il PM2.5, limitatamente ai capoluoghi di Venezia e Padova. Il valore limite annuale per il PM10 invece, come per il 2018 e il 2019, non è stato superato in alcuna stazione della rete. Le medie annuali per il Benzo(a)pirene hanno superato il valore obiettivo annuale di 1.0 ng/m3 nei capoluoghi di Padova, Belluno, Venezia, Treviso e nelle centraline di Alta Padovana (2.1 ng/m3) e Area Feltrina (1.8 ng/m3). Rispetto al 2019 non si sono registrati superamenti del valore limite annuale per il biossido di Azoto. Il 2020 infatti, a causa delle restrizioni alla circolazione delle persone per l’emergenza COVID-19, è stato, in assoluto, l’anno con le concentrazioni di Biossido di Azoto più basse di sempre in tutto il territorio regionale.
Analogamente, il numero di superamenti della soglia di informazione per l’ozono è stato di circa un ordine di grandezza inferiore rispetto all’anno precedente; il 2020 è stato quindi, insieme al 2014, l’anno con le concentrazioni medie di ozono più basse di sempre.
La Relazione contiene anche l’ultimo aggiornamento dell’inventario delle emissioni. INEMAR Veneto 2017 è la sesta edizione dell’inventario regionale delle emissioni in atmosfera e raccoglie le stime a livello comunale dei principali macroinquinanti e microinquinanti derivanti dalle attività naturali ed antropiche riferite all’anno 2017. Dall’analisi del trend delle emissioni dal 2010 al 2017, emerge una flessione abbastanza contenuta e stimata attorno al 15% per il particolato di origine primaria, mentre per altri macroinquinanti la riduzione è stata assai più decisa, come nel caso del monossido di carbonio (-29%), degli ossidi di azoto (-30%) e del biossido di zolfo(-44%). Questo andamento è collegato ad una riduzione delle emissioni prodotte dalla combustione di combustibili fossili nel comparto industriale e dal traffico, mentre l’impiego delle biomasse legnose per riscaldare le abitazioni presenta un trend dei consumi in lenta riduzione e comunque dipendente dalle temperature medie annuali. Anche il trend dei microinquinanti As, Cd, Ni, Pb dal 2013 al 2017 è in diminuzione, con un andamento delle emissioni di benzo(a)pirene che riflette l’andamento dei consumi di legna e pellet nel riscaldamento residenziale.