Era stato espulso dall’Italia nel 2019 ed aveva il divieto di rientrare nel nostro paese sino ad agosto 2022. Invece è stato rintracciato ieri pomeriggio dalla Polizia locale all’interno del Parco Albanese, a Mestre, e arrestato. Protagonista della vicenda un cittadino di 37 anni di nazionalità serba, che per tornare in Italia ha usato nuovi documenti e generalità.
L’uomo era stato già deferito in stato di libertà nello scorso settembre per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. In quell’occasione, agli agenti del Nucleo Cinofilo che lo avevano intercettato durante un pattugliamento del quartiere di Carpenedo, aveva esibito una carta d’identità serba del tutto originale, dichiarando di dimorare temporaneamente presso la madre nei dintorni del parco.
Da una serie di successive verifiche incrociate è tuttavia emerso che risultava registrato all’anagrafe veneziana con tutt’altre generalità. Così è scattato nei suoi confronti un ordine di rintraccio interno e ieri gli operatori del Servizio Sicurezza Urbana lo hanno individuato nel Parco Albanese.
Confrontando le impronte digitali con quelle conservate nel terminale del Ministero dell’Interno è stato accertato che una volta rientrato nel suo paese, nel 2019, l’uomo aveva chiesto e ottenuto di poter cambiare le proprie generalità.
Essendo però ancora pendente su di lui il divieto di ingresso in Italia, gli agenti lo hanno arrestato con l’accusa di rientro in Italia durante il periodo di divieto e portato davanti al giudice, che nella mattinata di oggi, 12 ottobre, lo ha condannato ad otto mesi di reclusione, dando anche il nullaosta per una nuova espulsione.
Venezia, 12 ottobre 2021