Del profilo istituzionale, professionale e umano di Giuliano Amato abbiamo già parlato in un nostro precedente pezzo dedicato alle prospettive economico-finanziarie post-Covid19 (cfr https://www.ilgiornaledeiveronesi.it/emergenza-coronavirus-patrimoniale-in-arrivo-il-precedente-di-amato/). Presidente di praticamente qualsiasi cosa durante la Prima Repubblica (e pure durante la Seconda), è oggi giudice della Corte Costituzionale. Molto stimato dalla Segreteria di Stato degli Stati Uniti, è indubbiamente apprezzato sia dai nostri numerosi partiti di centro e da Forza Italia. Inoltre otterrebbe molti voti anche all’interno del PD. Potrebbe avere il grande vantaggio dell’età (ha 83 anni), e scalare la classifica perchè considerato un classico “papa di transizione”. Le polemiche sulle sue pensioni d’oro (molto mal viste da Lega e Cinque Stelle) lo fermeranno anche questa volta?
Proposto come candidato gia’ nel 2005 e 2012, elezioni concluse con la nomina di Napolitato, fu anche nel lotto ristretto di nomi proposti nel 2014 da Renzi a Berlusconi nell’ambito del ‘patto del Nazareno’, accordo, poi, strappato dal leader di Italia Viva che indicò Mattarella.
Le sue quotazioni sono buone.
I favoriti:
Mario Draghi, Presidente del Consiglio: 50% (invariato)
Marta Cartabia, Ministro della Giustizia: 10% (invariato)
Pierferdinando Casini, ex-Presidente della Camera (Leggi l’articolo dedicato cliccando qui): 10% (+4%)
Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale: 6% (+3%)
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica: 6% (-10%)
Silvio Berlusconi, ex-Presidente del Consiglio (Leggi l’articolo dedicato cliccando qui): 5% (-1%)
Paolo Gentiloni, Commissario Europeo: 5% (invariato)
Emma Bonino, ex-Commissario Europeo: 2% (+1%)
Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato: 1% (invariato)
Marcello Pera, ex-Presidente del Senato: 1%
Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia: 1%
Daniele Franco, Ministro dell’Economia: 1%
Altri: 2%
Matteo Peretti