Verso Veneto 2050 contro il consumo di suolo. Corazzari, “I nostri sforzi iniziano a dare i primi risultati, ma c’è ancora lavoro da fare”

Venezia, 24 novembre 2021

Grazie alle iniziative messe in atto dalla Regione del Veneto e a quelle ancora da realizzare, il Veneto non è più la prima regione in Italia per consumo di suolo. A dirlo sono i dati contenuti nell’8° Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” prodotto da SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e pubblicato a luglio 2021. I dati nel dettaglio indicano per il Veneto l’11,87 per cento di territorio consumato contro una media nazionale del 7,11 per cento e una crescita di 882 ettari edificati nel 2020 rispetto all’anno precedente.

Il Veneto ha avviato i primi interventi per il contenimento del consumo di suolo con la legge regionale 14/2017, un percorso proseguito in vista dell’obiettivo comunitario di consumo zero per il 2050 con la legge 14/2019 “Veneto 2050” che promuove azioni volte alla riqualificazione urbana e rinaturalizzazione del territorio veneto. Oltre al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) con cui il Consiglio Regionale ha delineato strategie e politiche orientate a una razionale programmazione dell’uso del suolo, in attuazione della legge regionale n. 14 del 2017 sono stati annualmente finanziati interventi volti alla riqualificazione edilizia, ambientale e alla rigenerazione urbana attraverso la demolizione di opere incongrue o di elementi di degrado, nonché dei manufatti ricadenti in aree a pericolosità idraulica e geologica, o nelle fasce di rispetto stradale, con ripristino del suolo naturale o seminaturale. Più precisamente, fino al 2020 sono stati assegnati contributi per complessivi 758.743 euro per 30 interventi di rinaturalizzazione del suolo che hanno interessato una superficie di circa 29.000 mq e un volume demolito pari a circa 61.500 mc.; anche per il 2021 sono stati messi a bando 135.827 euro.

La Regione del Veneto si è inoltre attivata per predisporre un piano di monitoraggio che consenta, attraverso l’utilizzo del Sistema Informativo Territoriale, la raccolta, il computo e la valutazione dell’efficacia dell’azione di governo del territorio al fine di predisporre eventuali correttivi in riferimento alle disposizioni regionali sul contenimento del consumo di suolo.

“I dati Ispra relativi al 2017 non mostravano ancora evidenti cambiamenti – spiega l’assessore regionale al Territorio Cristiano Corazzari – in parte per il fatto che molti fenomeni fanno riferimento a interventi di trasformazione dei suoli programmati prima del 2017 e attualmente in fase di realizzazione o di completamento, in parte perché come spesso accade, nell’imminenza di un provvedimento legislativo restrittivo, si è innescata un’intensa attività di interventi consentiti prima dell’applicazione delle nuove regole, senza scordare che non è ancora completato il recepimento da parte dei Comuni delle disposizioni regionali”. I primi segnali invece emergono ora con l’8° Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021”, elaborato dall’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ai sensi della Legge n. 132 del 2016, e prodotto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che ha aggiornato il quadro delle trasformazioni territoriali. Prosegue Corazzari: “Se pur il consumo totale rilevato risulti sempre significativo, va detto che dal 2017 il Veneto registra una progressiva diminuzione del consumo di suolo. I rilevanti provvedimenti adottati dalla nostra Regione in tema di riduzione del consumo di suolo richiedono tempo perché i loro effetti siano concretamente apprezzabili. Si tratta di una azione impegnativa, con aspetti culturali ma anche investimenti economici, che necessita la massima sensibilità, e, soprattutto, la partecipazione e collaborazione di tutti: istituzioni, cittadini e imprese”.