Caorle: non ce l’ha fatta Giuseppina Marchesan, la sessantenne investita da un’auto il 23 ottobre. Deceduta sabato notte

La donna è spirata sabato notte all’ospedale dell’Angelo dov’era stata elitrasportata da subito in condizioni disperate. L’automobilista sarà indagato per omicidio stradale

Non ce l’ha fatta Giuseppina Marchesan, la sessantenne di Caorle investita da un’auto che le ha tagliato la strada mentre procedeva in sella alla sua bicicletta elettrica lo scorso 23 ottobre 2021 in strada Traghete, nel suo comune di residenza e dove era anche nata e sempre vissuta: la donna è deceduta all’una di notte di sabato 27 novembre, dopo più di un mese di agonia, all’ospedale dell’Angelo di Mestre, dov’era giunta fin da subito in condizioni disperate.

Giuseppina Marchesan, che era in pensione ma che lavorava ancora come stagionale, addetta alle pulizie, nel settore ricettivo (in passato era stata anche aiuto cuoca in ristoranti della zona), e che abitava in via Ferrara con una delle sorelle, quel “maledetto” 23 ottobre, poco prima delle 13.30, dunque in pieno giorno, stava percorrendo con la sua bicicletta a pedalata assistita strada Traghete quando, all’altezza dell’intersezione con via Firenze, per cause al vaglio della polizia locale di Caorle e che saranno oggetto dell’inchiesta della magistratura, è stata travolta da una Toyota Yaris condotta da G. D., 84 anni, anche lui del posto, che procedeva nel senso opposto di marcia, cioè verso il centro, e che ha inspiegabilmente svoltato a sinistra all’incrocio senza darle la precedenza e tagliandole la strada.

In seguito al tremendo impatto la ciclista è rovinata a terra battendo la testa e riportando un pesante trauma cranico più svariate fratture. Il suo quadro clinico è apparso subito molto grave, al punto che la sessantenne è stata elitrasportata all’Angelo dall’elisoccorso del Suem giunto da Treviso. All’ospedale di Mestre la ferita è stata subito sottoposta a un delicato intervento chirurgico al capo ed è stata quindi ricoverata nel reparto di Rianimazione, in stato di coma e in prognosi riservata, ma nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, alla fine il suo cuore ha cessato di battere, gettando nella disperazione i suoi cari: Giuseppina non era sposata e non aveva figli, ma lascia tre sorelle e un fratello, in primis Elena Marchesan, con cui viveva, oltre ai nipoti, che ci tengono a ringraziare tutte le persone che sono state loro vicine in quest’ultimo mese di grande dolore e in particolare i sanitari che si sono presi cura della sorella.

La Procura di Venezia, all’indomani del grave incidente, aveva già aperto un procedimento penale per lesioni personali stradali gravissime in capo al conducente della vettura investitrice, convalidando il sequestro dei mezzi a cui hanno subito proceduto gli agenti, ma ora il reato contestato all’automobilista diventerà automaticamente omicidio stradale.

I familiari della vittima, per fare piena luce sui tragici fatti e ottenere giustizia, attraverso il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già acquisito tutta la documentazione disponibile relativa al sinistro e quella medica e che ora è in attesa degli eventuali accertamenti tecnici che intenda disporre l’autorità giudiziaria, pronto a mettere a disposizione dei suoi assistiti i propri esperti quali consulenti tecnici di parte. Nelle prossime ore, infatti, il Pubblico Ministero incaricato deciderà se conferire l’incarico per eseguire l’esame autoptico sulla salma e se affidare anche una perizia cinematica per stabilire l’esatta dinamica, le cause e le responsabilità dell’investimento. Per la data dei funerali bisognerà ovviamente attendere il nulla osta della Procura.