Termovalorizzatore di Padova. Valutazione impatto ambientale, Comitato Tecnico Scientifico: “Servono ulteriori miglioramenti”

Venezia, 30 novembre 2021

Si è svolto ieri l’incontro conclusivo del Comitato Tecnico Regionale VIA (Organo tecnico scientifico della Regione preposto ai pareri tecnici sui procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale) relativamente alla domanda di realizzazione del progetto di ammodernamento tecnologico dell’Inceneritore di Padova – San Lazzaro.  

L’intervento proposto si è reso necessario in considerazione del conclamato stato di vetustà delle linee 1 e 2 – che tra l’altro comportano elevati costi di gestione e manutenzione – al fine di adeguare l’impianto ai dettami delle norme europee e nazionali.  

Il progetto prospetta la sostituzione delle linee 1 e 2, ormai obsolete, con una quarta linea caratterizzata dal rispetto delle migliori tecniche disponibili a livello internazionale, la cui implementazione comporterà un deciso innalzamento delle performance ambientali dell’impianto, garantendo la gestione dei rifiuti in Veneto e contribuendo anche al sostanziale miglioramento della qualità delle emissioni in atmosfera. 

Al termine di un complesso e articolato percorso di valutazione durato più di un anno – e che si è avvalso dell’apporto degli Enti tecnici regionali e di qualificati esperti esterni, nonché dei molti elementi di approfondimento emersi nel corso dell’istruttoria e nel corso dell’inchiesta pubblica (in cui sono stati sentiti Cittadini, Associazioni, Enti locali e tutti i portatori di interesse) – il CTR VIA ha ritenuto la proposta progettuale compatibile con l’ambiente e dunque approvabile da parte della Regione, a condizione che siano rispettate severe condizioni ulteriormente migliorative del progetto e ulteriori riduzioni degli impatti ambientali

In particolare, secondo il pronunciamento tecnico assunto dal CTR VIA, l’impianto dovrà ulteriormente ridurre le potenzialità di trattamento già autorizzate (per oltre 25.000 tonnellate/anno), ridurre ulteriormente le emissioni in atmosfera anche rispetto alle BAT (migliori tecniche disponibili) di derivazione europea, migliorare le proprie performance energetiche e produrre calore per teleriscaldamento a favore dell’Ospedale di Padova (nonché, prospetticamente, di altri soggetti pubblici e privati dell’area patavina). 

L’impianto, inoltre, non potrà bruciare rifiuti liquidi contenenti PFAS (inclusi i percolati di discarica) e neppure altri rifiuti recuperabili, che dovranno essere avviati a recupero secondo i principi dell’economia circolare. Sarà inoltre necessario un approfondito studio di epidemiologia ambientale realizzato, a spese del proponente, dall’Azienda ULSS 6 Euganea e dagli Istituti universitari padovani, per escludere il verificarsi nel tempo di effetti sanitari dell’attività sull’area circostante. 

L’impianto continuerà a configurarsi come impianto strategico regionale e continuerà a ricevere i soli rifiuti urbani o decadenti dal ciclo dei rifiuti urbani, in attuazione e in coerenza con il Piano rifiuti regionale e con le sue future evoluzioni, che hanno fatto del Veneto un modello di eccellenza della gestione dei rifiuti a livello europeo, in termini di percentuali di raccolta differenziata e per i minimi quantitativi destinati a discarica e incenerimento. 

Sarà inoltre coerente e funzionale rispetto ai piani e alle politiche regionali di contenimento delle emissioni in atmosfera, di mitigazione e adattamento del cambiamento climatico, di uso razionale dell’energia. 

A questo punto sarà la Conferenza dei Servizi con Stato, Provincia e Comune di Padova, convocata per il 6 dicembre, a pronunciarsi in via definitiva circa l’autorizzazione dell’intervento.