Venezia, 2 dicembre 2021
“Se già da anni nella gestione dei rifiuti il Veneto risulta essere la Regione più virtuosa a livello nazionale e tra le migliori a livello europeo, significa che la pianificazione in materia è stata di ottimo livello. Per questo, nell’aggiornamento del piano rifiuti, abbiamo voluto procedere in assoluta continuità con quello precedente”.
A dirlo, l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin a margine dei lavori della Commissione consiliare competente in cui oggi è stato presentato l’aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti già adottato dalla giunta regionale.
“Un aggiornamento che, ovviamente, non nasce dall’interpretazione unilaterale della Giunta – sottolinea l’assessore -, ma è stato condiviso con i principali stakeholders ed è calibrato con puntualità sui dettami della normativa europea, che prevede l’autosufficienza regionale con unico ambito territoriale omogeneo per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani e la libera circolazione da e verso il territorio regionale per quanto riguarda i rifiuti speciali. In tal senso l’aggiornamento del piano si è concentrato su entrambi i fronti, anche se con margini d’azione più ampi relativamente al primo”.
Sempre seguendo i dettami del legislatore europeo è stata inoltre garantita in toto la gerarchia di gestione dei rifiuti che prevede innanzitutto la riduzione a monte del potenziale rifiuto e poi, in ordine, l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti, il riciclaggio dei materiali, il recupero di energia, il conferimento in discarica.
“Ci siamo preposti come ulteriore obiettivo di arrivare entro la fine del decennio a una raccolta differenziata pari all’84% – prosegue Bottacin -, performance che, va detto, oggi è già realtà in vari comuni della nostra Regione, ma anche a una riduzione della produzione di rifiuto urbano residuo pari a 80 chilogrammi, rispetto agli attuali 119, per abitante all’anno”.
Il raggiungimento di tali obiettivi garantirebbe infatti, a caduta, ulteriori importantissimi risultati, che l’assessore declina e sottolinea con forza, sgomberando il campo da mistificazioni sul tema: “rispettando tali linee, che sono assolutamente alla portata, non ci sarà la necessità di aprire nessuna nuova discarica, nemmeno in ampliamento rispetto a quanto già autorizzato, e nessun ulteriore termovalorizzatore né incremento di potenzialità degli stessi rispetto a quanto già autorizzato oggi. Ma, con il raggiungimento degli obiettivi di piano, prima del 2030 ci sarà il totale abbandono del ricorso alla discarica”.
Nel piano inoltre si prevede di arrivare alla tariffa unica regionale di conferimento del rifiuto residuo, con l’introduzione di un contributo incentivante per i territori virtuosi e di un contributo per il disagio per i territori che ospitano impianti di smaltimento. Per quanto riguarda invece i rifiuti speciali, pur non potendo le Regioni vincolarne i flussi, vengono previsti degli specifici focus in particolare per quanto riguarda il fine vita dei pannelli fotovoltaici, delle batterie al litio, dei veicoli convenzionali, dei rifiuti contenenti amianto, dei Pfas e ancora altro.
“Ho apprezzato lo stimolo di alcuni consiglieri che, sia in Commissione sia attraverso alcuni emendamenti presentati nei giorni scorsi in Consiglio durante le votazioni per l’aggiornamento del DEFR, hanno voluto sottolineare l’importanza di alcune tematiche, in particolare legate all’economia circolare, che, per il vero, erano comunque già presenti sia nel nostro vecchio piano che in quello in itinere. Le considero pertanto come un rafforzativo e un segno di apprezzamento della nostra azione. D’altro canto in ogni materia del mio referato – conclude Bottacin – ho voluto fin da subito che fosse rispettato un approccio massimamente scientifico nell’affrontare le diverse problematiche. Cosa che si può ritrovare anche in una lettura puntuale del piano: in tal senso potrei ricordare che, in relazione ai siti da bonificare, abbiamo ad esempio introdotto una metodologia di priorità di intervento, attraverso analisi multicriteriali, definita con la collaborazione dell’Università di Padova”.